Che cos'è un Listening Bar?
Sono nati in Giappone, vogliono togliere il karaoke dalla piazza, spuntano come funghi; diamo il benvenuto anche sulla piazza italiana ai listening bar, che ci fanno cambiare idea su come fare serata.
Il concetto dei listening bar nasce curiosamente in Giappone.
Curiosamente, diciamo, perché è divertente pensare che lo stesso paese che ha dato i natali al karaoke abbia ideato un luogo (e un'esperienza) diametralmente opposto come quello dei bar d'ascolto.
A ogni modo, l'idea viene dai Jazz Kiss a (o jazu kissa ), ovvero bar nati tra gli anni Cinquanta e Sessanta a Tokyo e che seppero distinguersi come raduno di appassionati di musica jazz. Il nome – a dire il vero – deriva da kissaten , negozi di tè che si svilupparono nei primi anni del Novecento e si specializzarono nel servire caffè e alcolici.
Come si stava dunque in questi jazz kissa?
Be', circondati da un'atmosfera esclusiva e intima grazie alla presenza di divani comodi e spaziosi, luci soffuse e musica in vinile. Questi spazi erano vissuti come un'evasione dai piccoli e stretti appartamenti di Tokyo, dove era impossibile permettersi dei buoni impianti hi-fi, e divennero così un riferimento per la vita sociale e culturale della città nel dopoguerra.
Nelle grandi città si sta affacciando una nuova tendenza, calma e raffinata, che probabilmente non ne scombussolerà la nightlife , ma forse non ha nemmeno intenzione di farlo: date il benvenuto ai listening bar, contro il logorio della vita metropolitana, tra la proposta ipertrofica di eventi, l'immancabile FOMO che ne deriva, e la velocità che rende schiave le agende. Lenti e intimi, i listening bar vogliono offrire uno spazio diverso e protetto, dove dimenticarsi dell'orologio e concentrarsi su due sole cose: una buona bevuta, dell'ottima musica.
Non è raro trovare anche DJ, in cerca di nuove ispirazioni e ritmi da riproporre poi in console, sicuri di stare in uno spazio di sperimentazione dove poter dissetare la propria curiosità e farsi ispirare.
Ci sono anche degli esploratori urbani sempre sul pezzo sull'ultima tendenza che nasce in città, da poter poi raccontare agli amici con un po' di vanto per aver scoperto il locale in questione prima che diventi di moda. Tutti sono accompagnati dalla voglia di conoscere un posto nuovo, dove evadere dal movimento metropolitano e incontrare persone con le stesse esigenze. La musica è protagonista ma anche pretesto per scambiare opinioni e rompere il ghiaccio. La qualità del suono è sempre elevata, ma il volume è moderato (raramente nei listening bar si balla) e quindi questa combo facilita la conversazione.
Per quanto riguarda il cibo invece?
Sappiate che non si va nei listening bar per mangiare “cibo da listening bar”.
Non c'è un codice rigido e universale a riguardo, ma il concetto originale non prevede un menu, dando invece priorità assoluta alla musica e al bere. Non è raro trovare però un bar d'ascolto dove si possa anche mangiare qualcosa, o meglio sgranocchiare qualcosa, tendenzialmente di veloce e facile esecuzione.
Vieni per la musica e resti per la notte?
Se può esistere una forma di convivialità riuscita che parta non dal cibo (pensato come ideale momento di condivisione massima), ma da una diversa sollecitazione dei sensi, allora che il bar d'ascolto ci faccia da guida. Abbiamo l'impressione che, nel mare dell'ascolto digitale governato da algoritmi e piattaforme, non ce ne dispiacerà!